6 thoughts on “127.

  1. la questione è che deve rimanere desiderio, ergo sicura insicurezza, come si placa nel risolvimento cede all'infelicità

  2. @UtenteMutante: c'è anche la ricerca della sicura insicurezza che preserva dalla noia del desiderio esaudito ma io parlo qui di una sicurezza più profonda, quasi incosapevole, che è quella che deriva dalla visione del mondo. Quello che qui chiamo "uomo medio" – ma che è un po' ognuno, anche non "medio" – farebbe di tutto per conservare la propria visione del mondo, persino rendersi la vita insicura come dici tu. E' la propria visione del mondo che non si è disposti a rendere precaria; tenendo ferma quella si è disposti a cambiare tutto ma ricercando sempre solo ciò che la conferma, e a essere, di fatto, infelici.

  3. L'essere umano medio non è un pensatore. Il motivo della sua infelicità, se è infelice, sta nell'aver preso una strada che non voleva o non doveva prendere. Appena sposti una persona ordinaria dalla quotidianità… si perde. L'essere umano medio si definisce felice quando raggiunge un obbiettivo, che avrebbe raggiunto comunque, obbiettivo per altro "comune", essendo l'essere umano medio un tipo comune! Poichè l'essere umano medio non è un pensatore, è relativamente una persona infelice. Infine, la felicità non esiste, come non esiste l'assoluta infelicità. Non so che ho detto, ma non importa.

  4. Siamo sicuri? A me le certezze danno l'ansia, i punti fermi della vita mi soffocano e provo un'incredibile eccitazione per l'insicurezza. Sono perennemente alla ricerca della  mia "roulette" dei sentimenti. Sentirmi al sicuro mi deprime.

  5. Va a momenti… quando la tua vita è statica, ti pare che i punti fermi siano la causa della tua infelicità, mentre nei momenti in cui tutto è più
    indefinito e in evoluzione, allora la stessa infelicità l'attribuisci alla mancanza di certezze. La sicurezza è una condizione di anorgasmia esistenziale, il vitalismo dell'insicurezza dà un piacere non più durevole di un orgasmo.

    Filoloffa

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