La scelta giusta è la scelta fatta.
La scelta giusta è la scelta fatta.
Per un uomo di pensiero, rendere la propria vita un capolavoro significa realizzare quell’eccellenza che consiste nell’aurea mediocritas.
La filosofia, nella maggior parte dei casi, confonde l’ineffabile essenza dell’uomo con le sue possibilità esistenziali. Essa talvolta vuole tale confusione.
Rido delle pose, delle drammatizzazioni, delle razionalizzazioni, delle palpitazioni ad arte. Rido di tutta la retorica dei sentimenti, di ogni scimmiottatura di Purezza e Perfezione che voglia coprire l’essere scimmia di parte dell’uomo. Rido delle difese inutili e degli attacchi patetici a difesa dei propri fantasmi. Rido della fantasia malata che è il pensiero e del pensiero malato che crede che il mondo sia il proprio privato mondo fantastico, privato del mondo. Rido della costrizione a mentire o di quella a vivere, che è lo stesso, ma non della vita stessa. Rido della viltà e più ancora di ciò che l’ammanta di prodezza. Rido di chi vede solo con gli occhi e non sente ciò che non ha voce. Rido di me stesso perché in fondo non ne sono capace.
L’arte del vivere consiste nella capacità di mantenere una certa distanza non solo dalle proprie passioni cieche ma anche dai propri pensieri. Nel far sì, insomma, che l’identità personale non corrisponda mai né alle une né agli altri.
L’amore, così come l’arte, ha la proprietà rara di non perdere fascino una volta che se ne riconosca la natura di finzione.
Che cos’è guarigione? – E’ sentire che non c’è nessun bisogno di guarire.
"Pazzi" sono quegli uomini che vivono secondo le proprie regole disperando d’essere all’altezza di quelle imposte dagli altri, "grandi" sono coloro che vivono seconde le proprie regole perché così piace loro e non accettano tutto ciò che nella socialità rappresenta una forma di schiavitù, uomini "mediocri", ossia la maggiornaza degli uomini, quelli che, spesso non rendendosene conto, non chiedono di meglio dalla vita, e per ciò s’impegnano, che ottenere il rispetto e l’ammirazione altrui.
Per un paradosso apparente uno dei motivi che spinge a qualcosa di arduo è in generale il timore di fallire. Un tentativo tanto onorevole, infatti, non renderà disonorevole un possibile fallimento.
La nostra misera vita basta a giustificare l’esistenza dell’Altissimo. Sarebbe un peccato e uno spreco immenso, infatti, se un tale spettacolo infinitamente tragicomico restasse senza spettatori a goderselo.
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