37.


Amore come eccezione


Svariati sono i sentimenti che prendono il nome di amore: dalla mera genitalità, all’affetto, al desiderio condiviso della prole. Eppure non si considera mai quella esperienza d’eccezione che rappresenta un tipo di “rottura del principium individuationis”. Con questo intendo l’abbandono della visione ordinaria del mondo, per cui esso è formato da “individui” o enti distinti. Tutto ciò che è ritenuto essenziale nell’amore può esser visto come un mero strumento per giungere a quella esperienza. Addirittura il piacere fisico potrebbe essere  un’esca per attrarre gli amanti verso l’atto amoroso, il quale, al culmine, può consistere in un’estasi nel senso greco della parola: un uscire fuori di sé e, di più, un far uscire ogni cosa da se stessa. Alla fine non v’è più un uomo che goda, ma tutto, indifferentemente fuso, è trasformato in un’esperienza di gioia fuori dal tempo.

 

 

  

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO N.1

Come avrete notato non rispondo ai commenti sugli aforismi, anche se, beninteso, lo farei volentieri. La ragione è che trovo di cattivo gusto commentare i miei stessi aforismi, belli, insignificanti o disgustosi che siano, sarebbe come per il poeta spiegare le proprie poesie, mentre è sensatissimo lo facciano altri.
Può capitare, in ogni caso, che risponda in privato, qualora sia possibile, o in altri luoghi virtuali.

Buon proseguimento di lettura…

  

36.

 

Eraclito disse che "è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume" e mai che "tutto scorre". Il motivo è che quest’ultima sentenza dice implicitamente di sé di non scorrere, contraddicendosi; non invece l’altra, pur esprimendo la stessa intuizione.

 

 

    
  

33.

 

Oggi le donne respingono i romantici, probabilmente perché il loro istinto si è affinato, e sanno fiutare meglio, rispetto al passato, l’inganno. Un romantico infatti non ama, ma adora, pretendendo implicitamente d’essere adorato a sua volta.

 

 

31.

 

Della religiosità

La religiosità è il modo dell’uomo di rapportarsi a ciò che per necessità non può essere compreso. Il mito lo esprime ma non lo significa: non può essere significato ciò che per principio è incomprensibile. Il mito è quindi un nascondiglio e una maschera dell’incomprensibile e, allo stesso tempo, ciò che ne rivela la presenza, che diversamente, forse, non potrebbe essere rivelata. – Questi miti sono prodotti continuamente. Oggi per esempio abbiamo l’inconscio, gli archetipi, il soggetto, ecc.